In un contesto di acrimonia politica e dibattiti costituzionali di ampio respiro, una corte d'appello federale si appresta a perpetuare il controllo de facto dell'ex presidente Donald Trump sulle truppe della Guardia Nazionale californiana, dispiegate a Los Angeles in risposta alle proteste scaturite dalle operazioni di contrasto all'immigrazione, ribaltando di fatto la pronuncia di un tribunale distrettuale che intimava a Trump la restituzione del comando al governatore democratico Gavin Newsom, strenuo oppositore dello schieramento, stigmatizzato come un'usurpazione di prerogative presidenziali; l'esito di questa vertenza, inedita nella sua portata e gravida di conseguenze sul potere esecutivo di impiegare forze armate sul suolo nazionale, considerato che si tratta della prima attivazione presidenziale di una Guardia Nazionale statale sine consensu del governatore dal lontano 1965, poggia sulle argomentazioni di giudici, due di nomina trumpiana e uno di nomina bideniana, che pur riconoscendo un'ampia discrezionalità presidenziale ex lege, hanno eluso le asserzioni del Dipartimento di Giustizia circa l'insindacabilità della decisione presidenziale, prefigurando una sentenza del collegio imminente e suscettibile di acuire le già latenti tensioni tra governo federale e stati federati.